Donare il sangue

I tre tipi di donazione, AVIS Milano e a cosa servono

I donatori di sangue sono persone che, in modo volontario e non retribuito, per altruismo e solidarietà, si sottopongono a donazione in modo regolare. Tale atto aiuta a compensare il fabbisogno di sangue nella città metropolitana di Milano.

Il sangue è una risorsa preziosa, di cui a volte dimentichiamo l’importanza: prima o poi nella vita, occorre a ciascuno di noi, o ad una persona a noi cara, la necessità di una trasfusione. Coloro che si presentano presso un centro di raccolta come potenziali donatori di sangue rappresentano, tuttavia, una piccola parte della cittadinanza, ed è per questo che nel complesso il numero effettivo dei donatori rimane sostanzialmente stabile nel tempo, se non in calo.

Presso l’AVIS Comunale di Milano è possibile effettuare diversi tipi di donazione: quella di sangue intero (la più frequente), quella di plasma (tramite aferesi), e quella di piastrine (tramite aferesi).

L’unità di sangue intero prelevata al donatore viene in breve tempo lavorata: i vari emocomponenti (globuli rossi, plasma, piastrine), che si sedimentano in tre strati sovrapposti all’interno della sacca raccolta dopo centrifugazione, vengono successivamente trasferiti ciascuno in una diversa sacca satellite collegata alla principale, in modo da ottenere (a) una unità di emazie concentrate deleucocitate, (b) una unità di plasma, e (c) una unità di buffy-coat ricco di piastrine.

Le emazie concentrate deleucocitate sono i globuli rossi ottenuti dalla donazione e privati dei globuli bianchi. Vengono utilizzate nel trattamento dell’anemia, per migliorare il trasporto di ossigeno ai tessuti. Hanno una durata di 42 giorni grazie alle soluzioni conservanti contenute nella sacca. La conservazione deve avvenire a 4±2 gradi°, in apposite frigoemoteche termocontrollate.

Il plasma è la parte non cellulata del sangue, ed il suo contenuto in proteine, in particolare fattori della coagulazione e fibrinogeno, ne permette l’utilizzo in varie situazioni di carenza di questi ultimi. Viene inoltre usato negli scambi di plasma (i cosiddetti plasma-exchange), quando è necessario eliminare il plasma del paziente e sostituirlo con la stessa quantità di plasma da donatore sano. Il plasma viene conservato in congelatori speciali a -40 per due anni.

I buffy-coat vengono dapprima privati, mediante filtrazione, dei globuli bianchi. Successivamente, dal momento che la quantità di piastrine raccolta in un unico buffy-coat non è sufficiente per avere un risultato terapeutico, occorre riunire almeno quattro unità singole di buffy-coat per avere un preparato piastrinico (il cosiddetto pool piastrinico) terapeuticamente efficace. Quest’ultimo, utilizzato per correggere o prevenire emorragie associate a carenza numerica o funzionale delle piastrine, si conserva in costante agitazione a temperatura ambiente per un massimo di 5 giorni.

Il reparto segnala la necessità trasfusionale per un paziente inviando al servizio trasfusionale una richiesta cartacea con indicata la diagnosi e le condizioni dello stesso, ed accompagna a questa uno o più campioni di sangue per le prove di laboratorio necessarie.

Il medico del servizio trasfusionale, valutata l’appropriatezza della richiesta, sceglie dalle emoteche l’emocomponente più idoneo. Si eseguono poi tutte le indagini di laboratorio necessarie per verificare la compatibilità tra l’emocomponente da trasfondere e il sangue del paziente, e solo al termine di queste indagini si procede all’evasione della richiesta, si invia cioè al reparto l’emocomponente che verrà poi trasfuso al malato.

Condividi sui tuoi social

Lascia una risposta