La depressione è un disturbo psichico molto comune ed invalidante. La XIII Conferenza dei ricercatori italiani nel mondo è stata l’occasione per presentare una delle scoperte più rivoluzionarie del secolo. Fra qualche anno, infatti, basterà un semplice esame del sangue per diagnosticare la depressione e riconoscere i soggetti più inclini a disturbi mentali.
Il ricercatore Graziano Pinna, dell’Università dell’Illinois a Chicago, ha spiegato in un articolo pubblicato su Expert Reviews of Proteomics, come mediante la misurazione dei livelli ematici dei neurosteroidi e di altre 20 molecole, sia possibile riscontrare in maniera oggettiva in un individuo eventuali turbe psichiche, gli sbalzi d’umore legati ad altre patologie oppure il PTSD (disordine da stress post-traumatico).
Il rivoluzionario esame del sangue andrà quindi a sostituire i tradizionali sistemi di valutazione dell’alterazione del tono dell’umore, effettuati mediante l’osservazione e lo studio dei sintomi e delle percezioni della persona.
Questa nuova tecnica, fondata su dati quantitativi ed obiettivi, invece, restituirà risultati precisi ed attendibili evidenziando i diversi marcatori che tracciano la biofirma di ciascun paziente. Inoltre, aiuterà a personalizzare le diagnosi stabilendo quale farmaco prediligere su altri per una cura efficace della patologia.
Il nuovo test diventerà una pratica clinica entro 5 anni, promettendo interessanti effetti sia in campo diagnostico che terapeutico. Secondo Pinna, infatti, questa scoperta potrebbe indurre all’individuazione di diverse sotto-popolazioni di pazienti e sulla base di questi risultati, sviluppare dei farmaci di precisione per assistere il soggetto nella migliore maniera possibile.
Pertanto, c’è poco da aggiungere: si tratta di una svolta decisiva nel campo della psicologia e della psichiatria, un salto qualitativo nell’ambito dell’igiene mentale.
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