La possibilità di poter eseguire molti interventi o curare con terapie specifiche un paziente, è strettamente legata alla disponibilità di sacche di sangue. Alla base del processo c’è perciò la figura centrale del donatore, che con un piccolo e semplice gesto può fare la differenza sia per se stesso, prendendosi cura della propria salute grazie ai controlli periodici a cui si sottopone, sia per gli altri, aiutandoli o addirittura salvandogli la vita.
La cultura del dono è perciò fondamentale e alcune persone ne hanno fatto un vero e proprio motto di vita diventando, di fatto, emblemi di generosità.
Tra questi donatori esemplari troviamo il 63enne Dario Giussani, che con 455 donazioni e i suoi 270 litri di sangue donati, è considerato il primo donatore di tutta l’Italia.
Probabilmente se avete subito una trasfusione e abitate nel milanese, sono alte le possibilità di avere nelle vostre vene il sangue di questo pensionato di Cassano D’Adda. Questo volontario dell’Avis ha iniziato all’età di 23 anni e non ha più smesso, inizialmente solo con il sangue intero una volta ogni tre mesi, successivamente continuando con la plasmaferesi (in cui si estrae solo il plasma), aumentando così la frequenza dei prelievi ogni 14 giorni.
Questa sua avventura gli ha permesso di ricevere nel 2000 l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Repubblica e l’anno precedente quella di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana.
Un altro esempio per la collettività è dato da Elio Voliani, un autista livornese, che ha effettuato la sua 300ª donazione di sangue nell’agosto del 2015, indossando perfino una maglietta disegnata dalla figlia con la scritta 300, in riferimento ironico al film che narra la Battaglia delle Termopili tra spartani e persiani.
Un bel traguardo raggiunto, considerata anche la relativa giovane età del donatore, soprattutto in un periodo in cui si registra una preoccupante diminuzione delle donazioni. Iscrivendosi all’Avis in memoria del fratello venuto a mancare a soli 38 anni per una rara forma di emofilia, Elio ha al suo attivo 67 donazioni di sangue intero e 233 di plasma.
Anche se le donne non hanno la possibilità fisica di compiere il medesimo numero di donazioni di un uomo (solo 2 all’anno in età fertile contro le possibili 4 per il sesso maschile), non mancano esempi di donne virtuose nella donazione.
Questo è il caso di Rossana di Blasio, insignita, anche lei nel 2010, dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine di Merito della Repubblica Italiana, in quanto prima donatrice d’Italia. La geometra di Termoli, con 130 donazioni di sangue, plasma e piastrine, è un vero e proprio esempio di solidarietà.
L’effettivo premio Nobel per la generosità va all’uomo definito ‘dalle braccia d’oro’, che potrebbe entrare nel Guinness dei Primati, cioè James Harrison, un 74enne australiano che con le sue 1.000 donazioni, ha salvato la vita di 2,2 milioni di persone.
Grazie alla presenza nel suo sangue di un particolare anticorpo in grado di bloccare una rara forma di anemia che colpisce i bambini, la malattia di Rhesus, grazie al quale è stato creato un vaccino, James ha donato 984 volte, assicurando saggiamente il suo prezioso sangue per un milione di dollari.
Per quanto riguarda Avis Milano, uno dei buoni traguardi è stato raggiunto da un nostro attuale consigliere, che al termine di una lunga attività di donatore può oggi contare ben 182 donazioni di sangue.
Non esistono solo i record personali, ma anche quelli collettivi. Per esempio, la più grande raccolta contemporanea di sangue è avventa in India il 25 aprile 2010. Con la partecipazione di oltre mille medici e tecnici, con 12 ore di lavoro, sono stati sottoposti a prelievo ben 25mila donatori.
Un altro evento di donazione pubblica di grande portata ha interessato, nell’agosto dello stesso anno, un’altra città indiana, Dera Sacha Sauda Sirsa: una manifestazione che ha coinvolto quasi 44mila partecipanti. Questa città sembra essere la più generosa in assoluto considerato che anche per altre due raccolte collettive, una nel dicembre 2003 e l’altra nell’ottobre 2004 (rispettivamente 15mila e 18mila donatori), viene citata nel Guinness Book of World Records.
Gli impieghi terapeutici del sangue sono infiniti, e vista l’impossibilità di ricrearlo artificialmente, queste storie possono farci riflettere e insegnare che grandi risultati possono essere raggiunti grazie alla grande generosità e allo spirito di solidarietà di ognuno di noi.
Autore: Christian Vianello – Consulente Web Marketing Milano
Utilizzata da Avis Milano sotto licenza Creative Commons Attribuzione – Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)