Le donazioni di sangue sono fondamentali sia per coprire il fabbisogno normale per le trasfusioni in numerose situazioni diverse che per assicurare la presenza di adeguate scorte di sangue negli ospedali.
Nel caso che le scorte si assottiglino, prima che finiscano, l’AREU (Azienda Regionale Emergenza/Urgenza) mette a punto un programma anticipato per prevenire il degenerare della situazione e aumentare il numero delle donazioni: in questo modo si riesce ad affrontare casi di emergenza ed evitare che alcuni ospedali debbano cancellare interventi oppure rifiutare pazienti perché non possono garantire loro cure adeguate.
In genere la mancanza delle scorte di sangue si verifica in presenza di eventi catastrofici(ad esempio, terremoti o incidenti ferroviari che provocano numerosi feriti che necessitano di trasfusioni) oppure legati all’ambiente sociale. Infatti durante le festività natalizie e le ferie estive, in particolare agosto, sono poche le persone disposte a donare il sangue. Al tempo stesso bisogna tenere a mente che sempre più spesso si decide di trascorrere le proprie vacanze all’estero grazie alla facilità dei collegamenti aerei e al basso costo dei biglietti low cost. Di conseguenza la disponibilità dei donatori diminuisce notevolmente, in quanto, nel caso di soggiorni in Paesi tropicali e altre località particolari, viene sospesa la possibilità di donare il sangue anche per sei mesi a partire dal rientro in Italia.
In inverno si possono verificare altri fattori che provocano problemi nel mantenimento di scorte adeguate: ad esempio i malanni influenzali costringono i donatori a sospendere questa attività volontaria per alcune settimane. Per tutti questi motivi risulta fondamentale una programmazione accurata delle donazioni: in questo modo si può prevedere ogni giorno un numero adeguato di donatori, così da poter far fronte in tempo ad eventuali criticità.
Tuttavia può sempre capitare che le scorte di sangue arrivino a livelli estremamente bassi: di conseguenza gli ospedali sono costretti rinviare degli interventi, soprattutto per quanto riguarda i reparti di ortopedia e di cardiochirurgia. Quando ciò avviene, viene dichiarato lo stato di allarme e la Regione interessata effettua una precisa richiesta, indicando il numero di unità necessarie per ritornare operativi.
La soluzione più comune è un appello a donare il sangue rivolto ai cittadini (di una particolare località o a livello regionale) tra i 18 e i 65 anni che godono di buona salute. Li si invita, quindi, a raggiungere uno dei centri trasfusionali per effettuare una donazione di sangue.
Bisogna tenere a mente che in certi periodi dell’anno, secondo i dati della Banca del Sangue, è possibile coprire soltanto un terzo del normale fabbisogno di sangue e per questo periodicamente si verificano questi appelli ai cittadini. Le strutture ospedaliere devono avere sempre scorte sufficienti di sangue e plasma per poter operare al meglio.
Queste forniture non sono fondamentali soltanto in pronto soccorso per garantire le cure alle persone vittime di incidenti o nei reparti di chirurgia, ma servono anche per affrontare malattie molto gravi. Tra chi dipende maggiormente dai donatori si trovano i malati di talassemia: quando mancano le scorte di sangue, è stato necessario ridurre il quantitativo di sangue somministrato ovviamente con un minore effetto di ripresa del paziente.
E’ assurdo pensare che, ancora oggi, le strutture siano costrette a questi compromessi per garantire a tutti di riguadagnar salute.
Autore: Christian Vianello – Amministratore Gruppo Piccoli medi Imprenditori Milano
Utilizzata da Avis Milano sotto licenza Creative Commons Attribuzione – NonCommercial 2.0 Generic (CC BY-NC 2.0)