Donare il sangue

Come si convive con un virus endemico?

(Fonte Corriere della Sera, Cristina Marrone) Secondo alcuni scienziati la fine della pandemia non sarebbe lontana. I dati che arrivano dal Regno Unito sono incoraggianti, i contagi e i ricoveri stanno calando grazie al vaccino ma anche per l’elevata circolazione del virus. Anche in Italia contagi e ricoveri crescono in modo meno esplosivo rispetto ai giorni scorsi e questo fa ben sperare sul futuro.

Ma che cosa succederà dopo? No, il virus non andrà via con uno schiocco di dita, ed è ormai qui con l’intenzione di restare. Come ha spiegato il dottor Anthony Fauci, consulente medico del presidente Usa Biden per il Covid siamo ancora nella prima fase delle «cinque fasi pandemiche», con un impatto ancora molto negativo sul globo intero. Seguirà una decelerazione, presumibilmente nel periodo estivo come abbiamo già visto per ben due volte, e seguirà, salvo varianti, la fase di controllo, quella definita endemica.

Endemicità significa che il virus continuerà a circolare in alcune parti della popolazione mondiale per anni, ma la sua prevalenza e il suo impatto scenderanno a livelli relativamente gestibili, quindi il Covid dovrebbe diventare più simile a un’influenza piuttosto che una malattia in grado di bloccare il mondo. Per classificare una malattia infettiva nella fase endemica il tasso di infezione deve più o meno stabilizzarsi nel corso degli anni piuttosto che palesarsi con picchi difficilmente gestibili come sta avvenendo adesso con il Covid. «Una malattia è endemica se il numero di riproduzione di base R0 (erre con zero) è stabile a uno» spiega l‘epidemiologa della Boston University Eleanor Murray. «Significa che una persona infetta in media contagia un’altra persona, in assenza di misure di contenimento».

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