Una frazione significativa (fino al 58%) di tutte le malattie infettive conosciute diventerà più pericolosa per l’uomo a causa del riscaldamento globale. È la conclusione di uno studio statunitense pubblicato su Nature Climate Change, che ha mostrato che su 375 malattie infettive, 218 sono aggravate dal rischio climatico: in particolare, 160 sono aggravate dal solo riscaldamento globale, 81 anche dalla siccità e altre 21 dagli incendi.
L’impatto di malattie come Lyme, la febbre dengue e persino la malaria è stato analizzato misurando il rischio climatico derivante dalle emissioni di gas serra che portano a siccità, incendi, inondazioni, ondate di calore o tempeste. I ricercatori hanno concluso che esiste un legame tra i cambiamenti ambientali e il peggioramento delle malattie infettive e che questi eventi meteorologici tendono ad amplificare gli effetti di queste malattie.
Da un lato, con il riscaldamento globale, queste malattie si diffondono attraverso molteplici vettori – spiegano gli autori dello studio – dall’altro c’è un’ampia varietà di agenti patogeni (virus, batteri, funghi, animali, ecc.) che ora influenza gli esseri umani.
Il surriscaldamento globale sta mutando profondamente tantissimi equilibri naturali che si sono sedimentati per secoli e secoli, portando così alla migrazione di diverse specie animali come orsi polari, leopardi delle nevi, beluga. Non è certo una loro scelta, ma è l’unica possibilità di sopravvivenza che hanno. Ciò però li porta più spesso a contatto con l’uomo, permettendo in teoria a più virus di fare il salto di specie e contagiare gli esseri umani.
Il virologo di Inserm, Yannick Simonin, ha comunicato a Le Monde che gli studiosi hanno identificato più di 1.000 vie di trasmissione, “come zanzare, zecche o pulci”. Quando il clima si riscalda, alcune malattie possono essere trasmesse anche attraverso l’acqua, come la gastroenterite o alcune meningoencefalite.
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