Il sistema italiano del sangue sarà influenzato da due importanti decisioni prese di recente dalla politica: l’approvazione del disegno di legge sulle malattie rare e di quello sulla concorrenza.
Partendo dal tema delle malattie rare, “dopo oltre tre anni c’è finalmente una legge che definisce chiaramente quali sono queste malattie e cosa si può fare a livello organizzativo per aiutare chi ne è colpito”, ha spiegato Gianpietro Briola, presidente nazionale dell’AVIS, “i finanziamenti per la ricerca che ci riguardano più da vicino sono indubbiamente quelli destinati all’implementazione della produzione di farmaci plasmaderivati. Già oggi sappiamo che medicinali preziosi come il plasminogeno giocano un ruolo fondamentale nella cura di patologie come la congiuntivite lignea che, in tanti bambini, rischia di portare alla cecità. Lo stesso discorso vale per i fattori della coagulazione, indispensabili per i pazienti emofilici“.
Passando al discorso della concorrenza, non sfugge che il ddl in questione andrà a regolare anche alcuni aspetti del sistema sangue. Saranno previsti 6 milioni di euro per interventi di miglioramento organizzativo delle strutture dedicate alla raccolta, alla qualificazione e alla conservazione del plasma nazionale, destinato alla produzione di medicinali emoderivati. “Ritengo che i fondi debbano essere investiti soprattutto in interventi strutturali, al fine di incrementare la capillarità e la penetrazione delle attività di raccolta sul territorio”.
“È positivo”, conclude Briola, “lo stanziamento di 1 milione di euro annui per promuovere la donazione volontaria e gratuita di sangue e di emocomponenti”, attraverso iniziative, campagne e progetti di comunicazione e informazione istituzionale da parte del ministero della Salute, in collaborazione con il Centro Nazionale Sangue e le associazioni e le federazioni di donatori volontari di sangue.
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