Lo stress, si sa, è nemico della salute, inclusa quella della pelle. E se ansia, fatica e tensione sono purtroppo compagne delle nostre giornate durante questi mesi di difficoltà dovute a Covid-19, a peggiorare lo stato della nostra cute in tempo di epidemia ci sono anche l’esposizione all’inquinamento indoor e alle radiazioni provenienti dai dispositivi digitali, computer, tablet e telefonini. Soprattutto ora, con la brutta stagione in arrivo e specie per chi trascorre molte ore davanti a un pc in smart working. A sottolinearlo è Norma Cameli, responsabile della Dermatologia correttiva all’Istituto Dermatologico San Gallicano IRCCS di Roma, durante i lavori del congresso nazionale della Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse (SIDeMaST), in corso in versione digitale fino al 6 novembre: «La luce blu dei dispositivi digitali crea sulla nostra pelle un notevole stress ossidativo e impatta sull’equilibrio della cute più di quanto non immaginiamo — fa notare Cameli —. Grazie a soluzioni terapeutiche e comportamenti responsabili è però possibile prevenire l’invecchiamento precoce e le ipercromie dell’epidermide». Continua a leggere su Corriere
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