Una bellissima storia di amore raccontata sul quotidiano La Repubblica da Alberto Flores D’Arcais. A 81, e dopo 1173 donazioni, è andato in pensione “l’uomo dal braccio d’oro”, il donatore più generoso d’Australia.
Venerdì 11 maggio “l’uomo dal braccio d’oro” ha donato il sangue per l’ultima volta. James Christopher Harrison, ha 81 anni, barba e capelli bianchi che non nascondono l’età e per le leggi dell’Australia (dove è nato e ha sempre vissuto) ha raggiunto il limite d’età superato il quale non può più essere un donatore. «È un giorno triste per me, la fine di una lunga corsa», ha detto commosso salutando medici ed infermieri del Town Hall Donor Centre di Sydney, il grande ospedale per le trasfusioni gestito dalla Croce Rossa australiana. Sono passati oltre 60 anni dalla prima volta che lo ha fatto, 1173 donazioni spalmate lungo sei decenni e un record quasi impossibile da superare. Perché James ha qualcosa di veramente prezioso: il suo sangue, che possiede un rarissimo anticorpo, in più di mezzo secolo ha salvato la vita di almeno due milioni di neonati.
Tutto ha avuto inizio nel lontano 1951, quando James aveva 14 anni e venne ricoverato per una difficile operazione. I medici avevano dovuto rimuovere uno dei suoi polmoni, un intervento durato diverse ore, e ne uscì vivo dopo tre mesi di ospedale solo grazie alle massicce trasfusioni.
Rimase così colpito dall’aiuto ricevuto dai donatori che decise di diventarlo a sua volta. La legge australiana allora non lo permetteva, per donare sangue era necessario avere almeno 18 anni, così James dovete aspettare quattro anni. Mantenne la parola, appena compiuta la maggiore età andò a donare il sangue («avevo paura degli aghi, ogni volta chiudevo gli occhi e cercavo di ignorare il dolore al braccio») ma il suo sangue diventò presto preziosissimo.
Negli anni 50 i medici in Australia erano alle prese con una vera e propria epidemia di neonati, di aborti spontanei a gravidanza inoltrata, di danni cerebrali nei feti. Un vero e proprio mistero, finché non si scoprì che i bambini erano affetti da ‘malattia emolitica del neonato’, o Hdn. La condizione più frequente si verificava quando una donna con un gruppo sanguigno Rh negativo rimaneva incinta di un bambino con sangue Rh positivo e l’incompatibilità faceva sì che il corpo della madre rigettasse i globuli rossi. Unica soluzione: iniettare nel sangue delle donne incinte un anticorpo molto raro.
Perlustrate tutte le banche del sangue, i medici australiani scoprirono che un donatore lo aveva: James Harrison. Fu l’inizio di una sorta di miracolo medico, James aveva donato il sangue regolarmente già da quasi un decennio quando venne contattato per partecipare a quello che sarebbe diventato un grande progetto per salvare i bambini, il cosiddetto programma Anti-D. Ricercatori e scienziati svilupparono una iniezione utilizzando plasma proveniente dal sangue donato da Harrison. La prima dose venne data a una donna incinta al Royal Prince Alfred Hospital nel 1967, da quel giorno per 60 anni il plasma di James è stato usato per milioni di donne. Per il servizio australiano di trasfusioni il suo sangue ha aiutato a vivere 2,4 milioni di bambini.
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