Che donare il sangue sia un atto civile che aiuta una persona in difficoltà senza danneggiare il donatore è ormai un’informazione provata e certificata, tanto che in Italia il numero di donazioni, specie in momenti critici di emergenza (come ad esempio il sisma del centro Italia nell’estate del 2016), è sempre molto alto.
Troppe, però, sono ancora le persone che credono ad alcuni miti e leggende sulle controindicazioni nella donazione di sangue: vediamo insieme passo passo quali sono le storie metropolitane alle quali non credere.
Problemi generali legati alla salute del donatore.
Una delle paure più grandi dei possibili donatori è che il prelievo di una grande quantità di sangue possa compromettere il generale funzionamento dell’organismo, provocando l’abbassamento delle difese immunitarie e l’insorgere di disturbi. Questo non è assolutamente vero per due ordini di motivi.
Dal punto di vista legislativo, infatti, le AVIS sono dei luoghi dove il prelievo del sangue avviene con uno strettissimo controllo di tutte le pratiche e viene effettuato solo da personale specializzato e qualificato con strumentazione sterile e monouso, quindi è impossibile che nell’atto di donare si contraggano delle malattie o possano insorgere problemi.
I protocolli per il prelievo di sangue, come per tutte le procedure sanitarie, sono molto rigidi.
Dal punto di vista strettamente medico, inoltre, il prelievo di sangue prevede che vengano offerte gratuitamente anche delle analisi al donatore, che vedrà così la sua salute costantemente monitorata (ci sono fino a 4 donazioni di sangue intero ogni anno per l’uomo e 2 per la donna, quindi è tecnicamente possibile farsi uno screening completo del sangue molto di frequente).
Ci sono, inoltre, persone convinte che la giornata in cui si dona sangue sia una specie di limbo nel quale non è possibile svolgere alcuna attività della vita quotidiana. È bene eliminare alla radice queste credenze sbagliate, che tengono in molti lontani dalla donazione.
Il sangue che viene prelevato ad ogni donazione è circa 450 ml, quindi non si viene privati di molto rispetto al quantitativo di sangue presente in corpo.
Possono capitare dei piccoli giramenti di testa, ma nulla che non possa essere risolto con una sana colazione al termine della procedura.
“Vegano stammi lontano”: tutte le bugie sulle limitazioni della dieta
Un’altra delle paure di chi si approccia per la prima volta al mondo della donazione è che i vegetariani o i vegani siano interdetti d’ufficio dalle procedure di donazione o del plasma per via della scarsa presenza di ferro nel loro sangue.
Questa è una menzogna bella e buona, perché non esistono donatori adatti sulla carta e donatori da scartare a prescindere. Prima di intraprendere la carriera di donatore, la persona che si offre a questa pratica viene sottoposta ad uno screening su tutta la linea e ad un’indagine dell’emocromo completo (cioè tutti i basilari valori presenti nel sangue). I valori devono essere contenuti in un range, che può essere facilmente raggiunto grazie ad uno stile di vita sano e ad una dieta bilanciata di tutti i nutrimenti, indipendentemente dalle scelte alimentari del soggetto.
l’unico requist
Astenersi perditempo
La donazione di sangue non è comunque un’attività per tutti, e per quanto umanitaria possa essere la propria spinta verso il prossimo, è bene tenersi lontani da questa pratica se si è stati positivi a qualche test per malattie infettive (come epatite o HIV) o se si è consapevoli di adottare comportamenti non in linea con lo stile di vita sano che si richiede al donatore.
Insomma, donare è importante e bisogna informarsi bene prima di farlo, ma è assolutamente vietato farsi abbindolare da leggende metropolitane senza fondamento di verità!
Autore: Christian Vianello