Il sangue, com’è noto, è un tessuto fluido di cui gli ospedali hanno costante necessità. Non è solo importante, infatti, disporre di sangue da somministrare ai pazienti carenti o affetti da eventuali malattie, ma è necessario avere a disposizione sempre delle scorte per qualsiasi eventualità.
Molto spesso ad esempio, come misura precauzionale, non si può procedere ad un intervento chirurgico di particolare complessità, se non è presente e a disposizione un dato numero di unità, nell’eventualità che il paziente ne abbia bisogno.
A questa grande richiesta di sangue, e dei gruppi rari in particolare, si può far fronte con continui inviti per i cittadini da parte di enti come AVIS Milano ed Ospedali a donare il proprio sangue.
Eppure, nonostante la condizione più comune dei centri trasfusionali sia quella di carenza e di allerta per mancanza di scorte, ogni tanto può capitare che vi sia un’eccedenza, soprattutto per alcuni gruppi sanguigni meno presenti in Italia.
Si tratta di situazioni veramente eccezionali ma che impongono ai centri di raccolta sangue di limitare la chiamata per quei donatori che hanno un gruppo sanguigno in quel momento poco sfruttabile.
Come si procede in questo caso?
Innanzitutto, enti e ospedali iniziano a rifiutare ulteriori donazioni di alcuni gruppi sanguigni. Ciò è giustificato dal fatto che il sangue è un tessuto che non presenta una buona conservabilità, al contrario esso presenta un tempo di stabilità molto limitato. Basti pensare che i globuli rossi possono essere utilizzati al massimo entro 42 giorni dal prelievo mentre le piastrine sono anche più sensibili e hanno una vita media di 4-5 giorni. Il plasma, invece, può durare molto più tempo rispetto alle cellule perché è conservato congelato a bassissime temperature.
Tuttavia, le eccedenze che sono presenti in un particolare territorio possono essere messe a disposizione di altri enti o presidi regionali, al fine di garantire una copertura omogenea della richiesta di sangue proveniente da ogni parte della Regione.
La richiesta di sangue, comunque, non proviene unicamente da altri presidi che ne hanno esigenza. Può capitare, ad esempio, che le eccedenze vengano distribuite a case farmaceutiche per l’estrazione di emoderivati come i fattori della coagulazione per i pazienti emofilici o immunoglobuline impiegate per la profilassi di alcune malattie.
Concludendo dobbiamo tenere ben presente che a periodi (rarissimi) di eccedenza, seguono in maniera ciclica periodi di grave carenza; tuttavia non è accettabile l’idea dello spreco di un bene prezioso come il sangue ed i suoi derivati.
Sono pertanto da incentivare tute le possibili strategie da adottare per giungere ad una razionalizzazione del sistema donazione/raccolta, partendo dalla chiamata del donatore che dovrà essere sempre di più commisurata alle esigenze in base al gruppo sanguigno.
Autore: Christian Vianello & Dott.sa Laura Galastri
Immagini Reflection in Blood di Alden Chadwick
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