Dallo scorso giugno il mondo affronta una drammatica epidemia di Ebola L’allarme riguarda l’Africa Occidentale, in particolare Sierra Leone, Liberia e Guinea, ma si è esteso anche a Mali e Nigeria. Da settembre ci sono stati contagi pure in Europa e Stati Uniti.
I casi totali ad oggi sono circa 10.000 e i morti circa 5000.
L’Italia non ha ancora dovuto fare i conti con il virus, che si trasmette attraverso il contatto con fluidi, secrezioni, tessuti e organi di una persona o animale infetto.
Il rischio che possa arrivare anche nel nostro Paese è molto basso, ma questo non è bastato a placare la psicosi. Gli esperti del reparto malattie infettive dell’ospedale sacco di Milano, uno dei due centri, con lo Spallanzani di Roma, specializzati nella gestione dell’emergenza Ebola, rassicurano. “A Milano abbiamo avuto 10 falsi allarmi. I casi che potrebbero arrivare in Italia sono quelli di rimpatriati da zone dove è in corso l’epidemia. Missionari e sanitari sono i soggetti più a rischio. Non bisogna dimenticare che il vero dramma è in Africa, dove è più difficile curarsi e sopravvivere. Il nostro personale è qualificato e pronto per gestire il ricovero di un malato di Ebola.”.
A questo proposito, lo scorso 12 novembre, il Servizio Sanitario Nazionale, l’Areonautica Militare, l’Ospedale Sacco e la Regione Lombardia hanno organizzato la simulazione di arrivo di un contagiato. Un boeing 767 è partito dall’aeroporto romano di Pratica di Mare e poi è atterrato a Milano Malpensa. Dopo l’atterraggio, il finto malato è stato trasportato dalla barella ad alto contenimento su cui aveva viaggiato in volo a quella con cui è stato caricato sulla speciale ambulanza con personale scafandrato e poi portato all’Ospedale Sacco.
Qui è stato simulato ricovero in una delle stanze ad alto isolamento e eseguita l’analisi del campione di sangue nel laboratorio ad alta sicurezza BLS4.
Il Dottor Ranieri Guerra, Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, ha seguito tutte le operazioni e si è detto “Soddisfatto del risultato anche se alcuni passaggi possono essere ancora migliorati”. Il costo dell’operazione è di 250 mila euro a carico del Servizio Sanitario Nazionale e dell’aeronautica.
Autore: Micol Sarfatti Giornalista
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