Dato l’enorme bisogno di sangue in ambito medico è da decenni che la scienza cerca il modo di rendersi indipendente dalle donazioni di sangue volontarie. Questo è un aspetto molto critico, perché basare una risorsa tanto necessaria per la sanità pubblica esclusivamente sulla buona volontà di chi continua a compiere questo generoso gesto, rappresenta un grande rischio per assicurare una scorta sicura e stabile nel tempo.
Alternative convenienti al sangue donato sarebbero di enorme beneficio in tutto il mondo, perciò la scienza da anni si adopera nella creazione di sangue artificiale o di sostituiti che possano svolgere la stessa funzione che esso compie all’interno dell’organismo umano.
Sostituti sintetici al sangue
La biologia sintetica adotta un approccio di progettazione ingegneristica per creare trattamenti innovativi affidabili, scalabili e personalizzabili per i singoli pazienti.
L’interesse per i sostituti degli emocomponenti allogenici, principalmente globuli rossi e piastrine, è aumentato negli anni ’80 a causa delle preoccupazioni sulla trasmissione di malattie infettive. Attualmente l’attenzione è sui sostituti sintetici come globuli rossi e piastrine da replicare in laboratorio.
Conclusioni
Prima dell’uso clinico, gli studi che valutano i componenti del sangue sintetico devono valutare risultati significativi in termini di sicurezza ed efficacia in un numero relativamente elevato di pazienti critici. Superare queste sfide può essere un ostacolo tanto quanto la progettazione del prodotto.
È chiaro che c’è ancora strada da percorrere per arrivare all’obiettivo di avere alternative valide al sangue donato. Per adesso la donazione di sangue resta la risorsa primaria su cui contare e per questo motivo bisogna continuare a sostenere questa pratica etica che salva tantissime vite.
Autore: Christian Vianello
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