Quanto è importante, per un cardiopatico, avere una famiglia di supporto? Lo stile di vita sedentario, il fumo, l’alimentazione sbagliata, l’obesità, sono fattori di rischio cardiovascolare a cui bisogna porre riparo, in particolare dopo un evento l’infarto. E motivare i pazienti a cambiare le abitudini non è affatto facile. Lo sottolinea sul ‘Messaggero’ Antonio G. Rebuzzi, professore di Cardiologia Università Cattolica – Policlinico Gemelli Roma. “Lo studio Euroaspire 4 (European Action on Secondary and Primary Prevention by Intervention to Reduce Events 4) ha rilevato in 24 paesi, per conto della Società Europea di Cardiologia, i dati dei pazienti a un anno e mezzo da un evento coronarico. Se non profondamente motivati, il 49% di quelli che fumavano prima dell’infarto ha ripreso, il 60% di coloro che non facevano sport ha continuato l’inattività e l’80% degli obesi non è riuscito a perdere dopo il ritorno a casa”.
“Le coppie hanno spesso stili di vita simili e cambiare le abitudini è indubbiamente più difficile se chi ti è accanto continua come prima. Il miglioramento nella cessazione del fumo e nell’incremento dell’attività fisica, pur presente, è stato meno significativo. Questi campi sembrerebbero risentire in maniera minore della presenza di un partner attivo e sarebbero più soggetti a motivazioni o abitudini individuali”, conclude Rebuzzi. (Fonte Adnkronos)
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