L’utilizzo della trasfusione compare sin dalle prime civiltà ed in ambiti diversi tra loro: nell’alchimia, nei riti e nella magia. Venne da subito utilizzata come strumento terapeutico nonché a scopo di ringiovanimento.
Ma quando è avvenuta la prima trasfusione di sangue della storia nel mondo e in Italia?
Le prime trasfusioni di sangue sembrerebbero risalire all’età degli Egizi. In particolare, la trasfusione poteva essere inserita nelle cure che dovevano imperdire l’invecchiamento del faraone.
Riferimenti alla trasfusione appaiono nelle opere di due importanti esponenti della Scuola Alessandrina nel III a.C., Erofilo di Calcedonia ed Erdasistrato di Giulide.
La trasfusione pare fosse conosciuta anche dai Greci e Romani. Famosa la leggenda legata al gesto di Tanaquilla che, nel 577 a.C., nel tentativo di salvare suo marito Tarquinio Prisco, quinto re di Roma, gli donò il suo sangue.
In Grecia, attorno al 400-350 a.C., Ippocrate di Cos prescriveva la somministrazione di sangue per alcuni trattamenti.
Dal punto di vista della medicina moderna, e quindi nella società contemporanea, la trasfusione vera e propria così come la conosciamo ha avuto un percorso molto lungo prima di affermarsi, fatto di tentativi falliti e primi approcci legati alle poche conoscenze scientifiche sul corpo umano e la poca conoscenza della circolazione sanguigna.
In realtà, la pratica più diffusa è stata proprio l’opposto della trasfusione, il salasso, che per secoli venne ritenuto una cura realmente efficace.
La prima trasfusione di sangue che abbia una documentazione storica risale al 1492, e venne praticata a Papa Innocenzo VIII. Fu fatta da un dottore ebreo che, dopo aver acquistato il sangue da tre bambini di 10 anni, pagandolo un ducato per ciascun bambino, lo somministrò al Papa.
In ‘Storia della città di Roma nel medio evo‘ l’evento viene narrato da Gregorovius, il quale sottolinea come il Pontefice morì la sera stessa della trasfusione, così come morirono i tre bambini, probabilmente per lʹintroduzione di qualche bolla dʹaria nelle loro vene.
Da qui in poi è un percorso tortuoso di tentativi e fallimenti, anche con l’utilizzo di sangue animale ed un periodo di oscurantismo e proibizionismo contro le trasfusioni ad opera di alcuni stati e da parte della Chiesa.
L’evoluzione nello studio di questa pratica si scontra con l’assenza di conoscenze e strumentazione scientifica adatta che non può ancora essere disponibile per il livello dello sviluppo scientifico e tecnologico di quegli anni.
Nel 1628, la trasfusione beneficiò di migliori basi scientifiche grazie alla scoperta della circolazione del sangue ad opera del medico inglese William Harvey.
Nel 1665 Richard Lower effettuò con successo la prima trasfusione di sangue da cane a cane.
Nel 1667, il chirurgo e anatomista Guglielmo Riva, trasfuse sangue di montone a un malato di tisi polmonare; l’operazione riuscì ma il paziente non guarì.
Nel 1678 la Società Parigina dei Medici dichiarò illegale la pratica della trasfusione, poiché non era ancora possibile garantire sufficienti condizioni di sicurezza e di efficacia. Il medesimo provvedimento venne preso poco dopo da Inghilterra e dallo Stato Pontificio.
Si riprese a parlare di trasfusioni di sangue nel XIX secolo, grazie alla crescente diffusione del positivismo scientifico.
Nel 1818, James Blundell eseguì la prima trasfusione di sangue umano dell’epoca moderna, prestando tale cura ad una donna che si trovava in una condizione di anemia acuta a causa di un’emorragia post‐partum.
Seguirono ancora difficoltà ed insuccessi, ma anche miglioramenti nella tecnica e nell’utilizzo delle attrezzature.
Nuovo e fondamentale impulso di fiducia arrivò nel 1900, quando il patologo austriaco Karl Landsteiner scoprì i gruppi sanguigni, per poi individuare nel 1940 un antigene detto “fattore Rh”, che condiziona ulteriormente la compatibilità fra i gruppi: tali conquiste scientifiche diedero finalmente risposta agli insuccessi dei secoli precedenti e spianarono la strada alla diffusione e perfezionamento della trasfusione, che nel giro di pochi decenni guadagnò l’importante ruolo che tutti noi oggi conosciamo. La trasfusione raggiunse per la prima volta una grande notorietà durante la Seconda Guerra Mondiale, quando negli Stati Uniti milioni di cittadini iniziarono a donare il sangue per le cure dei soldati inviati al fronte.
Autore: Christian Vianello
NCP01632 di Otis Historical Archives National Museum of Health and Medicine
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