Donare il sangue

Un tour in sedia a rotelle per promuovere la sicurezza sul lavoro

Lo scorso 28 aprile è partito il Tour della sicurezza sul lavoro. Oltre 4.000 chilometri, di cui quasi 2000 in sedia a rotelle, per dire basta agli infortuni in fabbrica, nei cantieri o nel tragitto casa-ufficio. L’iniziativa è stata promossa dall’Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) e vede protagonista il presidente della Fondazione “Sosteniamoli subito”, Bruno Galvani, in carrozzina dall’età di 17 anni a causa di un grave incidente in una piccola azienda artigiana dopo solo sei mesi di lavoro da operaio. Ci sarà anche il supporto di tanti volti noti della cultura e dello spettacolo, tra cui Ken Loach, vincitore all’ultimo Festival di Cannes, Luciana Litizzetto e Beppe Fiorello.

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Questo Giro speciale è partito da Monfalcone (Gorizia), e attraversa una serie di luoghi simbolo per gli incidenti sul lavoro come Livorno, Genova, Torino, Porto Marghera, Taranto. Un viaggio di oltre 40 tappe che terminerà il 17 giugno a Roma con la consegna, alla Camera, delle firme raccolte dall’associazione a sostegno della prevenzione degli infortuni sul lavoro e della tutela delle vittime: una petizione – che può essere sottoscritta in tutte le sedi Anmil oppure online – voluta per chiedere iniziative di formazione nelle scuole, più attenzione ai rischi specifici ed emergenti a cui sono esposte le donne e il riconoscimento di un indennizzo ai genitori o congiunti di primo grado non a carico dei lavoratori deceduti.

“Purtroppo di sicurezza sui luoghi di lavoro si parla sempre poco: eppure sono stati 1.172 i lavoratori in Italia che hanno perso la vita nel 2015 per via di un infortunio, con un aumento del 16% rispetto al 2014, e circa 1.500 le persone decedute per malattie professionali – ha fatto notare il numero uno dell’Anmil Franco Bettoni –. Uno stillicidio che si consuma di anno in anno nel silenzio dei media e con uno scarso impegno generale affinché questi numeri cambino. Quasi che le “morti bianche” siano tragedie inevitabili. Niente di più sbagliato: non c’è incidente sul lavoro o malattia professionale che non possano essere evitati con un giusto approccio alle misure preventive e con la consapevolezza che i rischi possono essere gestiti”.

 

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