Eventi

95 anni di AVIS Milano: una storia di solidarietà raccontata da vite, numeri ed emozioni

“Mi ero deciso solo quando avevo saputo che in quello studio si raccoglieva sangue per chi, avendo bisogno, non aveva quattrini per pagarlo”.

Era il 1926 e queste parole furono pronunciate da uno dei 17 che risposero all’appello “Donate sangue”, pubblicato dal fondatore di AVIS, il medico Vittorio Formentano, nell’edizione pomeridiana del quotidiano milanese Secolo Sera. Un appello lanciato dopo aver visto una madre spegnersi in seguito a una grave emorragia da parto per la mancanza di sangue da trasfondere.

In quelle parole ci sono la scintilla e il distillato dei 95 anni di AVIS, una storia di solidarietà, che ha visto il suo battesimo il 15 maggio 1927, a Milano, nello studio medico del fondatore.

Tra le pagine più belle e più forti di questa storia (senza mai dimenticare quelle più buie, come il periodo fascista, con il divieto di donare sangue imposto dallo Stato agli ebrei e la contrapposizione ai volontari avisini dei “venditori” di sangue), si può ricordare il ruolo centrale dell’AVIS negli anni della ricostruzione post-bellica, con la promulgazione nel 1950 della legge che attribuiva all’associazione, nel settore emotrasfusionale, compiti paritetici a quelli del C.R.I., all’epoca responsabile del Centro Trasfusionale Nazionale di Roma. E poi l’invio di unità di sangue e contributi per la rivolta ungherese, il terremoto di Skopje, la tragedia del Vajont, l’alluvione di Firenze e per i tanti terremoti italiani, da quello in Sicilia ai più recenti del centro Italia.

Questo spirito di solidarietà non è mai mancato, ma ha dovuto adattare le sue risposte alle nuove sfide della contemporaneità, ancor più in un contesto metropolitano, come quello di Milano. Deindustrializzazione, globalizzazione, denatalità, fenomeni migratori, nuovi stili di vita sono tutti fenomeni che, negli ultimi anni o lustri, hanno senza dubbio impattato sul tessuto socioeconomico urbano e, di conseguenza, sull’attività di dono, raccolta e trasfusione del sangue.

Venerdì, 27 maggio, la delegazione di AVIS Milano, ricevuta a Palazzo Marino dal vicesindaco, Anna Scavuzzo, ha voluto ricordare la propria storia giunta al 95esimo anno a maggio.

Al vicesindaco, il presidente di AVIS Milano, Massimo Ferrarini, ha consegnato la riproduzione della foto con le firme dei primi 17 milanesi che hanno dato inizio all’associazione e ha illustrato gli impegni e i contributi forniti alla collettività nei diversi periodi storici.

“AVIS Milano, oltre a occuparsi della raccolta sangue e della promozione del concetto di dono, fa tantissime altre attività che contribuiscono allo sviluppo della comunità”, ricorda Massimo Ferrarini, presidente dell’associazione a Milano, “fa sensibilizzazione nelle scuole, ricerca nelle università, progetti di responsabilità d’impresa, si occupa di prevenzione e diagnosi precoce, collabora con l’hub alimentare del Municipio 3. Il nostro obiettivo è, quindi, rafforzare il rapporto di confronto e di collaborazione con il Comune di Milano, per poter fare ancora di più la differenza e non disperdere gli sforzi che AVIS Milano, con i suoi donatori e i suoi volontari, affronta quotidianamente “.

E aggiunge: “la pandemia ha ridotto le donazioni e ha spostato tutte le operazioni non urgenti. Oggi però dobbiamo garantire il recupero di tutte le prestazioni sanitarie che sono rimaste sospese. Le donazioni non sono tornate ai livelli pre-Covid, abbiamo perso l’apporto delle aziende, delle scuole e ora andiamo verso il periodo estivo, dove le donazioni tendenzialmente calano”.

Il direttore generale di AVIS Milano, Sergio Casartelli, ha sottolineato le problematiche che mettono in difficoltà l’attività di promozione e raccolta sangue, individuando per ogni punto la possibile interazione con il Comune di Milano, così da poter continuare un virtuoso percorso al servizio della sanità e della cittadinanza.

“Chiediamo la collaborazione al Comune per agevolare l’accoglienza di AVIS nelle scuole e università, al fine di promuovere la donazione di sangue; il recupero del progetto già attuato con i Municipi 3 e 2 in modo da poterlo estendere gradualmente a tutti i Municipi della città; un aiuto per snellire le procedure per permessi di sosta delle unità mobili negli spazi pubblici per l’attività di donazione, non di promozione, in prossimità di aziende.

Infine, tenuto conto delle nuove disposizioni di accreditamento e delle recenti disposizioni in merito ai distanziamenti tra persone, AVIS Milano deve adattare lo spazio riservato all’accoglienza e alla sosta dei donatori in un luogo adeguato e, soprattutto separato, da ogni altra utenza.

Per ottenere quanto richiesto stiamo progettando nel cortile una soluzione conforme alle indicazioni, ma i costi risulteranno significativi, oltre il milione di euro. Vorremmo richiedere al Comune la possibilità di un contributo per tale impegno, non dimenticando che, nel 1947, l’allora sindaco Greppi deliberò la concessione del terreno a titolo gratuito ed esentò da ogni onere l’AVIS allo scopo di realizzare un luogo adatto per l’effettuazione delle donazioni dei milanesi”, è quanto richiesto da AVIS Milano al Comune per bocca di Sergio Casartelli, direttore generale della struttura.

Un percorso di sensibilizzazione al dono del sangue nei confronti del quale il vicesindaco, Anna Scavuzzo, ha espresso grande interesse: “potremmo costruire una proposta da consegnare ai dirigenti scolastici. Un progetto che potremmo realizzare insieme andando nelle scuole presenti all’interno dei diversi Municipi, individuando una settimana per formare gli studenti e sensibilizzarli alla donazione del sangue. E poi dare loro la possibilità di donare”

Condividi sui tuoi social

Lascia una risposta